In occasione del 47° Salone Internazionale del Mobile, a Milano l’Associazione Laboratori Fabbrica del Vapore presenta all’interno dei suoi locali (le entrate sono da via Procaccini 4, e da via Luigi Nono 7) la quinta edizione di Posti di Vista.
Patrocinato dal Comune di Milano, Settore Tempo Libero, Posti di Vista – che si svolge dal 16 al 21 aprile – è un percorso costituito da tredici eventi, offerti da laboratori artistici, i quali propongono ciascuno un progetto legato alla formazione in vari campi e ambiti culturali, quali il design, la fotografia, i video, la danza, l’arte contemporanea e la performance, con lo scopo di “evidenziare il fondamentale ruolo di connettore che i laboratori svolgono tra il mondo della formazione culturale e il mondo del lavoro, in termini di sperimentazione e avanguardia nei vari settori di attività”.
Rimarchevole, fra gli altri eventi, è “Sostenendo le stelle”, offerto da Studio Azzurro; si tratta della continuazione ideale de “L’alba a mezzanotte”, realizzato un anno fa per la stessa occasione, e avrà luogo nelle sere del 16, 17, 18 e 19 aprile, dalle ore 21.00. Viene definito come un “tributo architettonico-luminoso” alla Fabbrica del Vapore, sorta di cattedrale dell’archeologia industriale d’inizio Novecento, nel corso del quale le strutture dell’edificio (le travature del tetto, le arcate di mattoni, il traforo delle finestre) saranno avvolte in “un luccichio simile a quello delle celebrazioni religiose, ma allo stesso tempo leggero, lieve, di “attesa” pedagogica” per dar modo ai visitatori di “imparare a guardare e riprendere coscienza delle cose e dei luoghi”.
Va inoltre segnalata la ricerca fotografica qui proposta da Polifemo, intitolata “Quotidiano Manifesto”, e dedicata agli oggetti di uso comune nel loro rapporto con la quotidianità, oggetti che per via della loro “normalità” paiono sparire dall’immaginario collettivo, salvo l’esser recuperati da un’operazione come questa proprio nella loro presenza quotidiana.
Quel che viene, perciò, sottolineato è il rapporto che l’oggetto riesce a stabilire con il contesto. Per rendere più evidente tale discorso soggiacente, l’opera presentata è un audiovisivo, nel quale gli oggetti si trovano a misurarsi con il cambiamento di contesto in cui sono posti.
Per citare il comunicato stampa il progetto “Quotidiano Manifesto” gioca con l’antitesi al desiderio e all’immaginario, come comunemente intesi, trovando un’alternativa alle immagini patinate nella realtà, comune a molti, vissuta, riconoscibile e riconosciuta”.
E col far questo s’inserisce in un discorso sempre più caro alla fotografia contemporanea, come abbiamo già notato nell’attuale edizione del Festival FotoGrafia, dedicato proprio ad una cosiddetta “normalità”, che si rivela ormai tutta da scoprire.