Lo Specchio Incerto

Tra immagine e parola

Paola Casali


© Paola Casali, "solitudo 2" da "Detto e non detto", 2010

“Ognuno sta solo sul cuor della terra…”

Parlano di solitudine le immagini che Paola Casali ha allestito per questo suo nuovo lavoro: di una solitudine che è isolamento in un proprio mondo interiore, svuotato all’apparenza, eppure colmo di suggestioni.

E’ uno spazio astratto, quello creato  dall’autrice, fatto di colori che veicolano dritto dentro di noi la mutevolezza di uno stato d’animo; ma pure di linee prospettiche che talora lasciano l’occhio a scorrere in superficie (quasi dovesse arrendersi all’insondabilità di certe profondità). All’interno di tale spazio si muovono personaggi femminili, esemplari delle diverse declinazioni dell’“appartarsi in sé”, che chiamiamo solitudine: ciascuna di loro ha un proprio vissuto, oscuri desideri e paure, di cui l’immagine fotografica tenta di render conto attraverso un simbolismo denso di rimandi ad altri linguaggi.

Queste opere di Casali sono come dei tableaux vivants e fanno pensare alla pittura. Per le atmosfere sospese, tutte giocate sull’impianto luministico, sembrano debitrici a Edward Hopper, non a caso noto interprete della solitudine del mondo contemporaneo; mentre una curiosa commistione in alcuni scatti  di nitidezza e misterioso realismo, ricorda la lucida visionarietà dei quadri del “saboteur tranquille”, Magritte.

Ogni immagine è costituita da due o tre scatti, forti e semplici ad un tempo, ciascuno in sé capace di aprire una comunicazione diretta con il fruitore. Assemblati insieme non costituiscono vere e proprie sequenze, per quanto ci rimandino ad atmosfere cinematografiche; lo sguardo le percorre da sinistra a destra, per consuetudine, e tenta invano d’individuare un prima, un dopo, e una vicenda in atto. Nulla accade tuttavia; nessuna storia si dipana sotto i nostri occhi: solo un trascolorare delle pareti contro cui le donne si stagliano sembra scandire il loro mutevole umore in una dimensione altrimenti atemporale.

L’autrice sembra seguire un criterio di assonanze e ritmi interni, analogie e simboli, quasi da componimento poetico; ermetista per la complessa semplicità, oltre che per il tema trattato.

In un alternarsi di luci e ombre, d’intonazioni coloristiche calde e fredde, attraverso il riecheggiare di piccoli dettagli, che creano una forte coesione visiva all’interno di questi “polittici”, ci invita   a scoprire il suo messaggio fra le righe, sulle tracce del detto e non detto.

Rosa Maria Puglisi

(testo inserito nel catalogo della mostra collettiva “06. Fuori 4”, Galleria Gallerati, Roma 2010)

© Paola Casali, “solitudo 4” da “Detto e non detto”, 2010

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