Tempo fa ho ricevuto sotto forma di un commento all’interno di questo blog la proposta di una persona che stava “cercando di sviluppare un blog giornale in cui gli articoli sono scritti dai blogger WordPress”.

Suo intento, egli sosteneva essere – continuo a citare testualmente – “di dare maggior visibilità al tuo blog e alla gente che cerca in rete la possibilità di trovare articoli di maggiore qualità in un’unico posto (o al limite se non hai tempo posso scriverti io un’articolo prendendolo dal tuo blog e rimandandolo al tuo blog…)”.

Per quanto suoni strana una simile logica, secondo la quale si possa dare visibilità ad un blog prelevandone integralmente i contenuti e mettendo solo il rimando alla fonte di provenienza dello scritto, questo caso mi pare rientrare tutto sommato in una normalità, forse lievemente malintesa.

Tenendo per buona l’intenzione dichiarata, che è encomiabile, proponendosi di ampliare l’accessibilità alle notizie di fonti d’informazione indipendenti, rilanciandole – da parte mia in quanto autrice di articoli vorrei dire solo che perfezionerei la cosa. E, se mi fosse chiesto un parere, direi che mi parrebbe più sensato – qualora le intenzioni fossero proprio quelle dichiarate – mettere una parte dell’articolo e rimandare al seguito sul blog d’origine.

L’idea di base della condivisione dei saperi e delle informazioni è parte integrante di Internet (ancor di più del cosiddetto Web.2), e costituisce uno dei più importanti aspetti della rete. Nessuno può negarlo e dovrebbe essere un beneficio per tutti.
Sono curiose, però, le licenze che la gente pretende di prendersi in nome di questo bellissimo (e totalmente condivisibile) ideale. I malintesi sono all’ordine del giorno.

Si pensi, ad esempio, all’uso “sportivo” del copyright sulle fotografie, che si fa in Internet. E a come da più parti si insista paradossalmente nel confondere il “prodotto” di una professionalità e/o di una creatività individuale, con un “sapere” da condividere collettivamente. Senza pensare che dietro quel “prodotto”, spesso c’è una persona che avrebbe il sacrosanto diritto di raccogliere i frutti del proprio lavoro.

Torniamo, però, donde eravamo venuti … Le informazioni che dovrebbero liberamente circolare.
E’ un nostro diritto da cittadini del “villaggio globale”… Ci piace averlo. Vogliamo essere informati e ci rendiamo conto che le cosiddette “fonti d’informazione indipendenti” possono essere un formidabile baluardo contro le varie “propagande” dell’informazione “ufficiale”.

Da sempre vigili riguardo a democrazia e la libertà di stampa, gli Stati Uniti hanno creato l’Independent Media Institute, un’organizzazione no profit che intende emancipare la gente (nel parlare del loro impegno scrivono proprio “empowers people“!) attraverso giornalismo indipendente, informazione e strumenti multimediali.

Per far ciò il principale mezzo dell’IMI è un premiato magazine online, che è anche una community, e che non si limita a creare pubblicare articoli inediti, ma fa da cassa di risonanza al “meglio di dozzine di altre fonti di media indipendenti”. Il nome di questo grande “giornale dei media” è AlterNet.
Da questa immane impresa mediatica americana (e chissà se animato dagli stessi ideali?) è probabilmente nata l’ispirazione per uno dei molti siti – blog italiani nel web.

La più marcata somiglianza col colosso americano è quella del titolo, ma anche la natura dei suoi post, che rimanda per lo più (o unicamente?) a siti e contenuti altrui .
Chi vi sia dietro è un piccolo mistero. Forse i fantomatici “autori”, cui accenna il sottotitolo del blog, che però pare sia impossibile contattare.

Apparentemente questo blog sarebbe gestito da una community (altro riferimento agli americani?) che via via inserisce le sue proposte di lettura: post confezionati proprio come avrei suggerito alla persona che voleva darmi visibilità (vedi sopra!). Davvero lodevole! Fra gli ultimi post c’è anche l’inizio del mio più recente articolo, che riporta proprio qui per continuare la lettura.
Vorrei ringraziare lo “sconosciuto” autore del post, che – con grande modestia – non mi dà modo di contattarlo. Ma non è questo il motivo di un sì lungo OT.

Stavate pensando che ho scritto questo post per ringraziarlo? Alcuni sono già pronti ad offendersi perché hanno più volte segnalato e linkato il mio lavoro, senza che mai dedicassi loro pubblici ringraziamenti?
Non ricordate più che parlavo dei malintesi della “condivisione” di ogni cosa a tutti i costi?

Allora voglio chiedervi: a voi non sembra un grosso fraintendimento delle libertà che Internet concede, il fatto che qualcuno a un certo punto decida di “condividere” oltre ai contenuti del vostro blog, anche la vostra firma?

Mi spiego meglio: con mio sgomento scopro che il blog, di cui ho appena parlato in termini lusinghieri, pretende (nel senso inglese di “pretend”), cioè finge, di avermi fra i suoi collaboratori.
Il mio nome appare, infatti, come autore di almeno due segnalazioni: una riguardante l’intervista alla protagonista di un serial TV, l’altra riguardante le infamanti affermazioni di un celebre cantante su un altrettanto celebre gruppo musicale. Argomenti, questi, verso i quali – vorrei sottolinearlo – non nutro il minimo interesse.

Dite che mi sbaglio? Che si tratta di una semplice omonimia? Non credo, ci sono indizi che non fanno pensare a questo e sarebbe una coincidenza ben strana.

Ma perché lo fanno? Per aumentare gli accessi al blog? E a che scopo? Non c’è pubblicità, né appare alcun “direttore” in questa che è una presunta opera collettiva. Mistero.

Si deve pensare allora che l’unico scopo è davvero rilanciare altri siti… O no? Forse talvolta le migliori intenzioni portano a discutibili decisioni, magari dettate dall’inesperienza.

Potrei anche essere lusingata dall’avermi scelta come ignara collaboratrice, ma direi che non lo sono, perché non mi fa piacere che qualche mio lettore pensi gli possa consigliare articoli di gossip!

Ma soprattutto non mi fa piacere l’idea che prima o poi – come l’AlterNet originale – anche questo italico vorrà pubblicare dei contenuti originali (non linkati), fra i quali – perché no? – qualche mio articolo mai pubblicato prima… e mai scritto da me!

Sarò un’ingenua, ma tutto ciò ha per me dell’incredibile. Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione …

p.s.

Aggiungo questo p.s. nemmeno un’ora dopo aver pubblicato questo post per informarvi che è già linkato a un altro sito, con le stesse modalità di quello citato. L’unica cosa che stavolta risulta chiara (e assurda) è che ha il tag “film” sotto. Già! avevo citato la parola “telefilm” 🙂

Vi risulta che esistano dei programmi, che generano finti blog, riconvogliando dalla rete ogni post che abbia dentro determinate parole chiave? E’ possibile una simile “fantascienza” o c’è veramente gente che perde il suo tempo così? E mi chiedo perché…