Una foto per Ando, “Dimmelo tu!”, Rosa Maria Puglisi, 2012

Essendo anch’io fra coloro che hanno voluto rendere omaggio ad Ando Gilardi, inviando un’immagine per lo slide-show curato da Andrea Repetto e proiettato il 22 luglio scorso, a Ponzone  (AL),  durante “Un Giorno per Ando“,  mi sento ora in dovere di seguire l’esempio di Fulvio Bortolozzo,  e pubblico oggi qui il Manifesto dei ComunAndi, che naturalmente sottoscrivo! 🙂

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I ComunAndi

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1) Sono lavoratori e studenti: senza distinzioni di genere e di credo.

2)  Usano la luce come materia prima, ma non sono solo fotografi.

3) Schiacciano il bottone, ma fanno anche il resto.

4) Conoscono molto bene la storia dell’evoluzione dei procedimenti per fabbricare immagini, dalla Preistoria a oggi… e oltre.

5) Distinguono l’immagine unica da quella multipla.

6) Usano le istantanee come nodi al fazzoletto estremamente utili, ma prendono anche appunti scritti.

7) Sono artisti, ma solo quando hanno venduto.

8) Si divertono, ma anche si arrabbiano.

9) Non si prendono sul serio.

10) Posti dal Sistema dinnanzi all’umiliante alternativa di diventare adulti come tutti gli altri o di rimanere bambini, scelgono la seconda.

11) Sanno che la fotografia di un’ingiustizia o di un crimine da sola non può provare nulla, ma diverse fotografie prese da tanti apparecchi diversi, in diversi momenti, della stessa ingiustizia e/o crimine, sì.

12) Prendono la fotografia a chi non ha più niente solo se, con il suo consenso, può essere veramente utile.