Segnalo un nuovo appuntamento con la fotografia contemporanea a Torino: una mostra nata dall’incontro e dalla fusione dell’opera fotografica di Edoardo Hahn e Francesco Nencini. L’inaugurazione è per domani, 27 ottobre.
L’Osservatorio Gualino, in collaborazione con il Consorzio Villa Gualino, presenta la quinta mostra fotografica di un ciclo espositivo che, fino al dicembre 2010, porterà all’attenzione del pubblico torinese autori diversi negli esiti, ma tutti selezionati sulla base della loro progettualità rigorosa e indipendente dalle mode culturali.
Sotto il titolo Too much or nothing viene per la prima volta presentata come organico lavoro a quattro mani quella felice convergenza progettuale nata tra Edoardo Hahn e Francesco Nencini nell’occasione della loro recente partecipazione alla rassegna sul lavoro contemporaneo organizzata dall’Associazione Pol!femo di Milano.
Pur lavorando senza conoscere il progetto l’uno dell’altro, Hahn e Nencini raggiungono una complementarietà così strabiliante da rendere quanto mai opportuno considerare come due facce della stessa medaglia i loro esiti individuali. Mentre Hahn sceglie il colore e un’osservazione prospettica impassibile degli interni di luoghi inspiegabilmente abbandonati da ogni persona e attività produttiva, Nencini trova in un bianco e nero voyeuristico, con echi hitchcockiani, la soluzione ideale per scrutare dall’esterno negli eccessi delle vite d’ufficio, immerse in orari impossibili e fatiche mentali altamente tossiche.
“Troppo o niente”, sembra purtroppo sempre più questo il paradigma di quel lavoro su cui si fonda la nostra Costituzione. Un gravissimo regresso civile e sociale del nostro tempo che i due autori contribuiscono validamente a rimarcare. (Fulvio Bortolozzo)
. Edoardo Hahn. Nato a Torino, vive e lavora a Milano come fotografo industriale e d’architettura. Sue fotografie sono pubblicate da importanti quotidiani e riviste. Attualmente collabora con l’agenzia Grazia Neri. La ricerca fotografica affronta il tema del rinnovamento della percezione attraverso una visione sospesa tra sogno e realtà. I lavori autoriali vengono presentati in varie gallerie e festival italiani ed internazionali.
Per ulteriori informazioni: www.edoardohahn.com
Francesco Nencini. Regista pubblicitario e fotografo di nascita fiorentina, vive e lavora a Milano. L’attività autoriale si concentra sulla condizione urbana contemporanea e sull’ambiente dello spettacolo, visto dal suo interno. Il libro fotografico “I Non Luoghi” (2005) ha vinto il primo premio assoluto a Orvieto Fotografia. I suoi lavori vengono presentati in vari festival internazionali, tra cui si ricordano Photo España e il Festival di Arles.
Per ulteriori informazioni: www.francesconencini.com
______________________________________________________ Sede della mostra:
Villa Gualino (foyer Sala A)
Viale Settimio Severo 63, 10133 Torino
Inaugurazione:
martedì 27 ottobre 2009
dalle ore 18:00 alle ore 20:30
Orario di visita:
tutti i giorni, dalle ore 10:00 alle 20:00
(ingresso libero)
Non ho potuto operare una scelta… Come vedi ho pubblicato il comunicato stampa (e la foto acclusa). Il lavoro mi pare interessante, ma non ho altre foto. Forse avrei dovuto chiederle… :-I
Ok, immaginavo.
Io ne ho viste altre, c’è n’è una fantastica, penso relativa al “TOO MUCH” di un ragazzino (o ragazzina, boh) seduto annoiato con cuffiette della musica dentro un’automobile. Ha anche una bellissima luce.
Solo una precisazione per Danx.
Quella usata da Rosa Maria non è una fotografia, ma la composizione grafica di due fotografie usata per il lancio della mostra. Scelta obbligata perché è stata l’unica immagine diffusa nei primi comunicati stampa.
Ringrazio pubblicamente Rosa Maria per il sostegno all’evento e Danx per essere intervenuto ed aver apprezzato il lavoro dei due autori. Invito i torinesi che ci leggono a non perdersi questa quinta mostra dell’Osservatorio Gualino. Fino al 29 novembre, chi farà la “faticaccia” di fare 3 minuti d’auto in salita sarà ricompensato dalla visione di un bel lavoro a due mani, asciutto, efficace e per la prima volta “montato” seguendo un’idea di flusso concepita dall’incontro del curatore con gli autori durante l’allestimento.
Ci son stato oggi: non m’è piaciuta affatto l’esposizione che nasce da un corridio e finisce in una asettica stanza. Le stampe son abbastanza piccole e c’è il problema dei riflessi sul vetro dinnanzi a queste, nonostante la stanza sia poco e male illuminata.
Non sarebbe stato meglio stamparle su un supporto che non prevede l’uso del vetro, veramente fastidioso?
Ringrazio Rosa Maria, per avermi dato subito conoscenza di questo secondo commento di Danx.
Già ero rimasto stupito che non avesse saputo riconoscere un montaggio di 2 foto nel suo primo commento. Ora però di fronte a questo secondo intervento, tutto dedicato al sugo invece che all’arrosto, mi sono sorti dei dubbi.
Adesso scopro che è vietato fare le critiche. Se ciò fosse presente nelle regole di questo blog, mi adeguerei, ma non mi risulta…
I saggi dicono che dalle critiche non si può che migliorare, evidentemente tu ti senti già arrivato e, consentimi, “più migliore” di così non vuoi essere.
Poi si sà che i gggiovani sono al mondo per criticare le idee, gli stili di vita ed i lavori dei vecchi, talvolta anche dei vecchi saggi.
Non volevo offendere nè te, nè chi ha concesso lo spazio espositivo, siccome chi si offre per la cultura ha tutta la mia stima (non a caso ho elencato nel mio blog, fra le varie mostre interessanti di questo periodo, pure questa!), ma semplicemente rendere noti i lati negativi da me (e magari SOLO da me) riscontrati.
E’ il tuo solito modo di rispondere alle critiche, quello di denigrare l’autore di queste, attraverso la ricerca delle foto del suo faccione (quella è una pagina personale, in quanto tale vi sono sia cazzate che esperimenti. Non è da foto caricate su MySpace, o su ogni altro “social network”, che puoi sperare di capire chi sia il tuo interlocutore. Sarebbe alquanto superficiale pensare che chi fa la lingua – sì, sono solito farla, colpa dell’imprint “Michael Jordanesco” col quale sono cresciuto – sia un demente in ogni istante della sua vita. Capisci chi è dopo averci parlato, ed ora chiudo la parentesi, tranqui funky). Se sì, cadi più in basso di quella brutta faccia da schiaffi (cioè la mia) dalla quale hai ricevuto (secondo te, evidentemente) insulti; se sì, è inutile che io commenti i tuoi futuri lavori di ogni genere (tanto non te ne può fregare niente, perchè vige, a quanto pare, una ferrea burocrazia, un solido organigranna che filtra chi può e chi non può parlare/scrivere dicendo/scrivendo la sua).
Sto pensando a come avrebbe risposto uno tra i miei fotografi americani preferiti, tale Robert Adams, di cui ho letto 2 sui libri in cui si denota, a differenza tua, una spiccata sensibilità…
Tralasciando questo grandissimo, volevo dirti come agisco io in seguito a critiche: in un mio blog dove scrivo di attualità politica e sociale, quando un cosidetto “berluscones” mi scrive i soliti luoghi comuni imparati a memoria dalla tv (non ci vuole niente) per screditarmi, io cerco di controbattere, non penso certo a zittirlo mostrandogli quanto lui sia brutto (che poi io sia brutto è ancora da vedere:)) o mongoloide. La mia idea è che si deve rispettare il prossimo, parlando dei fatti e non tirando fuori cazzate.
Spero in future discussioni più serene.
Cordialmente,
Danx
PS: non capisco perchè hai dovuto rimarcare quel mio difetto visivo, causato forse dalla mia demenza e forse anche dalla velocità con cui si è soliti fruire le notizie attraverso l’uso del computer/internet. Di primo acchito mi era parso che, nella seconda foto, fosse raffigurata la scrivania del signore ritratto nella prima. Certo, una è in b/n, l’altra a colori, ma secondo me una elaborazione grafica migliore non sarebbe stata difficile da effettuare.
Vedo che stamattina mi tocca il ruolo della “paciera”…
e non posso che iniziare augurando una buona giornata sia a Daniele che a Fulvio e sperare che oggi siano più sereni entrambi, così da potersi rileggere più attentamente e scoprire che in realtà nessuno dei due voleva essere offensivo con l’altro; cosa che a me – dall’esterno – pare evidente. 🙂
Analizziamo un attimo lo scambio di informazioni:
Daniele ha sottolineato, dopo aver visitato la mostra quelli che a suo parere sono dei difetti di allestimento che fanno fruire male le foto (non ha parlato delle foto e non ha criticato la scelta di unire i lavori dei due fotografi o il risultato di questa particolare operazione!).
Fulvio gli ha fatto notare (un po’ troppo efficacemente visto come la cosa è arrivata a Daniele) che “non si giudica il libro dalla copertina”! O per dirla in altri termini che sarebbe meglio parlare dell’arrosto anzicché del sugo!
Ora Fulvio ci ha dimostrato che un conto è la sostanza della cosa o della persona, un altro il (chiamiamolo così) “packaging”.
Facendolo – secondo me e per come lo conosco io – non intendeva insultare la persona o gli atteggiamenti scanzonati del nostro Danx… non ha pronunciato nessuna delle parole ingiuriose che, invece, sono arrivate come comunicazione.
Secondo me, il messaggio era proprio quell’altro e cioé che non bisogna limitarsi alla superficie.
In aggiunta (questo si) immagino volesse far notare a Daniele la sua scarsa esperienza e i suoi legami visivi all’attuale cultura popolare, che forse lo riempiono di aspettative estetiche d’un certo tipo, deluse poi da allestimenti troppo essenziali dovuti magari a badget ristretti: quelli di fronte ai quali si trova oggi chi voglia far conoscere al pubblico talenti meno esibiti e meno sponsorizzati, perché al di fuori dei meccanismi commerciali.
Ma infine sulla pagina di myspace si trova anche questo link: http://www.danximage.com …
E – guarda meglio Fulvio! – “il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette, questo altr’anno giocherà con la maglia numero 7!” 😉 (permettetemi di citare De Gregori!)
Daniele sta facendo i suoi bei passi nella fotografia e s’interessa…
Un saluto pacifico a tutti e due (guardatevi bene e riconoscetevi!)
Cara Rosa Maria,
stavo giusto per scriverti le mie scuse per aver provocato le reazioni del tuo ospite, che ora imparo chiamarsi Davide Comoglio.
Come al solito, la tua intelligente sensibilità aveva ben capito il senso del mio intervento. Approfitto dell’occasione per scusarmi anche con Comoglio per l’imprevedibile effetto della mia replica. Mi permetterei di pregarlo di voler considerare chiusa qui la vicenda o, nel caso desiderasse invece proseguirla, lo invito a farlo scrivendo direttamente a fulvio@bortolozzo.net.
Come mai hai scelto questa foto? Ne ho viste diverse belle e buone dei due autori, ma questa penso sia la peggiore 🙂
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Non ho potuto operare una scelta… Come vedi ho pubblicato il comunicato stampa (e la foto acclusa). Il lavoro mi pare interessante, ma non ho altre foto. Forse avrei dovuto chiederle… :-I
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Ok, immaginavo.
Io ne ho viste altre, c’è n’è una fantastica, penso relativa al “TOO MUCH” di un ragazzino (o ragazzina, boh) seduto annoiato con cuffiette della musica dentro un’automobile. Ha anche una bellissima luce.
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Solo una precisazione per Danx.
Quella usata da Rosa Maria non è una fotografia, ma la composizione grafica di due fotografie usata per il lancio della mostra. Scelta obbligata perché è stata l’unica immagine diffusa nei primi comunicati stampa.
Ringrazio pubblicamente Rosa Maria per il sostegno all’evento e Danx per essere intervenuto ed aver apprezzato il lavoro dei due autori. Invito i torinesi che ci leggono a non perdersi questa quinta mostra dell’Osservatorio Gualino. Fino al 29 novembre, chi farà la “faticaccia” di fare 3 minuti d’auto in salita sarà ricompensato dalla visione di un bel lavoro a due mani, asciutto, efficace e per la prima volta “montato” seguendo un’idea di flusso concepita dall’incontro del curatore con gli autori durante l’allestimento.
Cordialmente,
Fulvio.
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E’ vero, che stolto, sono 2 foto unite 🙂
Auto? Io in bici! 🙂
Poi ora che fa fresco fatelo anche voi cittadini sedentari ihih
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Ci son stato oggi: non m’è piaciuta affatto l’esposizione che nasce da un corridio e finisce in una asettica stanza. Le stampe son abbastanza piccole e c’è il problema dei riflessi sul vetro dinnanzi a queste, nonostante la stanza sia poco e male illuminata.
Non sarebbe stato meglio stamparle su un supporto che non prevede l’uso del vetro, veramente fastidioso?
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Ringrazio Rosa Maria, per avermi dato subito conoscenza di questo secondo commento di Danx.
Già ero rimasto stupito che non avesse saputo riconoscere un montaggio di 2 foto nel suo primo commento. Ora però di fronte a questo secondo intervento, tutto dedicato al sugo invece che all’arrosto, mi sono sorti dei dubbi.
Con una rapida ricerca in Google sono finito qui:
http://viewmorepics.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewPicture&friendID=52866276&albumId=833095
Questa visita mi ha rasserenato.
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Adesso scopro che è vietato fare le critiche. Se ciò fosse presente nelle regole di questo blog, mi adeguerei, ma non mi risulta…
I saggi dicono che dalle critiche non si può che migliorare, evidentemente tu ti senti già arrivato e, consentimi, “più migliore” di così non vuoi essere.
Poi si sà che i gggiovani sono al mondo per criticare le idee, gli stili di vita ed i lavori dei vecchi, talvolta anche dei vecchi saggi.
Non volevo offendere nè te, nè chi ha concesso lo spazio espositivo, siccome chi si offre per la cultura ha tutta la mia stima (non a caso ho elencato nel mio blog, fra le varie mostre interessanti di questo periodo, pure questa!), ma semplicemente rendere noti i lati negativi da me (e magari SOLO da me) riscontrati.
E’ il tuo solito modo di rispondere alle critiche, quello di denigrare l’autore di queste, attraverso la ricerca delle foto del suo faccione (quella è una pagina personale, in quanto tale vi sono sia cazzate che esperimenti. Non è da foto caricate su MySpace, o su ogni altro “social network”, che puoi sperare di capire chi sia il tuo interlocutore. Sarebbe alquanto superficiale pensare che chi fa la lingua – sì, sono solito farla, colpa dell’imprint “Michael Jordanesco” col quale sono cresciuto – sia un demente in ogni istante della sua vita. Capisci chi è dopo averci parlato, ed ora chiudo la parentesi, tranqui funky). Se sì, cadi più in basso di quella brutta faccia da schiaffi (cioè la mia) dalla quale hai ricevuto (secondo te, evidentemente) insulti; se sì, è inutile che io commenti i tuoi futuri lavori di ogni genere (tanto non te ne può fregare niente, perchè vige, a quanto pare, una ferrea burocrazia, un solido organigranna che filtra chi può e chi non può parlare/scrivere dicendo/scrivendo la sua).
Sto pensando a come avrebbe risposto uno tra i miei fotografi americani preferiti, tale Robert Adams, di cui ho letto 2 sui libri in cui si denota, a differenza tua, una spiccata sensibilità…
Tralasciando questo grandissimo, volevo dirti come agisco io in seguito a critiche: in un mio blog dove scrivo di attualità politica e sociale, quando un cosidetto “berluscones” mi scrive i soliti luoghi comuni imparati a memoria dalla tv (non ci vuole niente) per screditarmi, io cerco di controbattere, non penso certo a zittirlo mostrandogli quanto lui sia brutto (che poi io sia brutto è ancora da vedere:)) o mongoloide. La mia idea è che si deve rispettare il prossimo, parlando dei fatti e non tirando fuori cazzate.
Spero in future discussioni più serene.
Cordialmente,
Danx
PS: non capisco perchè hai dovuto rimarcare quel mio difetto visivo, causato forse dalla mia demenza e forse anche dalla velocità con cui si è soliti fruire le notizie attraverso l’uso del computer/internet. Di primo acchito mi era parso che, nella seconda foto, fosse raffigurata la scrivania del signore ritratto nella prima. Certo, una è in b/n, l’altra a colori, ma secondo me una elaborazione grafica migliore non sarebbe stata difficile da effettuare.
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errore: la frase “E’ il tuo solito modo di rispondere alle critiche…” finisce col punto interrogativo (?).
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Vedo che stamattina mi tocca il ruolo della “paciera”…
e non posso che iniziare augurando una buona giornata sia a Daniele che a Fulvio e sperare che oggi siano più sereni entrambi, così da potersi rileggere più attentamente e scoprire che in realtà nessuno dei due voleva essere offensivo con l’altro; cosa che a me – dall’esterno – pare evidente. 🙂
Analizziamo un attimo lo scambio di informazioni:
Daniele ha sottolineato, dopo aver visitato la mostra quelli che a suo parere sono dei difetti di allestimento che fanno fruire male le foto (non ha parlato delle foto e non ha criticato la scelta di unire i lavori dei due fotografi o il risultato di questa particolare operazione!).
Fulvio gli ha fatto notare (un po’ troppo efficacemente visto come la cosa è arrivata a Daniele) che “non si giudica il libro dalla copertina”! O per dirla in altri termini che sarebbe meglio parlare dell’arrosto anzicché del sugo!
Ora Fulvio ci ha dimostrato che un conto è la sostanza della cosa o della persona, un altro il (chiamiamolo così) “packaging”.
Facendolo – secondo me e per come lo conosco io – non intendeva insultare la persona o gli atteggiamenti scanzonati del nostro Danx… non ha pronunciato nessuna delle parole ingiuriose che, invece, sono arrivate come comunicazione.
Secondo me, il messaggio era proprio quell’altro e cioé che non bisogna limitarsi alla superficie.
In aggiunta (questo si) immagino volesse far notare a Daniele la sua scarsa esperienza e i suoi legami visivi all’attuale cultura popolare, che forse lo riempiono di aspettative estetiche d’un certo tipo, deluse poi da allestimenti troppo essenziali dovuti magari a badget ristretti: quelli di fronte ai quali si trova oggi chi voglia far conoscere al pubblico talenti meno esibiti e meno sponsorizzati, perché al di fuori dei meccanismi commerciali.
Ma infine sulla pagina di myspace si trova anche questo link: http://www.danximage.com …
E – guarda meglio Fulvio! – “il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette, questo altr’anno giocherà con la maglia numero 7!” 😉 (permettetemi di citare De Gregori!)
Daniele sta facendo i suoi bei passi nella fotografia e s’interessa…
Un saluto pacifico a tutti e due (guardatevi bene e riconoscetevi!)
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Cara Rosa Maria,
stavo giusto per scriverti le mie scuse per aver provocato le reazioni del tuo ospite, che ora imparo chiamarsi Davide Comoglio.
Come al solito, la tua intelligente sensibilità aveva ben capito il senso del mio intervento. Approfitto dell’occasione per scusarmi anche con Comoglio per l’imprevedibile effetto della mia replica. Mi permetterei di pregarlo di voler considerare chiusa qui la vicenda o, nel caso desiderasse invece proseguirla, lo invito a farlo scrivendo direttamente a fulvio@bortolozzo.net.
Buona, e serena, domenica a tutti 🙂
Fulvio
P.S. – De Gregori mi piace assai, ma non tutto.
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