Da qualche giorno sono in mostra presso le Gallerie Fnac di Milano e di Napoli i vincitori ex aequo del concorso internazionale di fotografia Bariphotocamera, “Uno scatto per l’economia”, indetto più d‘un anno fa.
Ideato da Chicca Maralfa e organizzato dalla Camera di Commercio di Bari per promuovere l’economia del territorio – in un momento di particolare tensione fra custodia delle tradizioni e spinte innovative verso la globalizzazione -, è stato curato da Cosmo Laera.
In giuria c’erano vari nomi importanti, fra i quali citiamo Gianni Berengo Gardin e Giovanna Calvenzi, e l’assegnazione del premio è stata decisa lo scorso settembre all’unanimità, grazie alle “contrapposte scelte linguistiche e narrative dei due autori, che fanno parte della cultura internazionale dell’immagine”. Tali autori sono Mario Cresci e Francesco Cito.
La scelta è stata ardua vista la vasta partecipazione, anche da parte di fotografi piuttosto noti; sono state assegnate, quindi, ben undici menzioni speciali e qualche mese fa si è svolta una grande collettiva con 250 immagini di 50 fotografi: “Il sole nelle mani”.
Il titolo è stato preso in prestito dal lavoro di Mario Cresci, che ora, fino al 19 giugno, potete vedere – come si diceva – alla Fnac di Milano.
In questa idea simbolica di luce in cui la fotografia vive si collocano sia le immagini di un passato rurale, ineludibile, sia la ricerca attuale: perché il sole vita dell’antica cultura delle mani ha la stessa valenza della luce della mente che illumina i saperi e le speranza del futuro”, scrive Cresci, la cui opera racconta la realtà di un centro di eccellenza nella formazione post universitaria, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano, dove attraverso la ricerca scientifica applicata il territorio incontra una più vasta dimensione mediterranea con la quale coopera e si confronta sulla base della condivisione di bisogni, ma anche sulla base di una storia e una cultura comuni, costruendo fondamenta di conoscenza e tolleranza per un futuro altrettanto comune.
Napoli, invece, sempre fino al 19, si può visitare “Barche, pescatori e pesci “, il racconto per immagini che il pluripremiato fotografo partenopeo (in passato anche reporter di guerra) Francesco Cito dedica alla trasformazione in atto all’interno di un’economia marittima ed ittica, che soccombe alle leggi del mercato e alle smanie di facili profitti. In mezzo a tutto questo, ci segnala Cito, “solo la fede resta immutata: il rituale dei pescherecci in una danza continua, con a poppa la sacra Madonna, con l’odore di incenso per una sera più forte di quello del mare e del suo pescato”.
Sono due reportage, questi – potremmo dire – dei più tradizionali, e ci fanno davvero riflettere sul presente di una terra, che immaginiamo cristallizzata in un’antica tradizione, ma che scopriamo in costante evoluzione, come ormai ogni altro luogo, fra speranze e contraddizioni.