Accanto alla recensione, qui di seguito, di questo utilissimo manuale sulla lettura delle immagini, segnalo la 
pubblicazione nella sezione “interviste” di un interessante colloquio con l’autore del libro sul tema della formazione in fotografia e non solo. Le considerazioni che emergono, malgrado il tempo trascorso, a me paiono più valide che mai.

Per un collegamento diretto all’intervista cliccate qui.

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In uno scritto di qualche anno fa, Augusto Pieroni analizzava il sempre più stretto rapporto che lega l’arte contemporanea e la fotografia, vedendo in quest’ultima un potente strumento di conoscenza e di rielaborazione delle forme visive.
Con un nuovo libro, intitolato “Leggere la fotografia”, egli ora indaga gli aspetti prettamente comunicativi di questo mezzo; e lo fa nella maniera più diretta, dando all’opera la forma di un manuale.

Già dal titolo, infatti, l’autore rivela un preciso intento didattico, che trova riscontro nella struttura del testo, organizzato in modo che ad ogni capitolo corrisponda un modulo, con una sintesi degli argomenti trattati all’inizio, e a chiusura l’esame di alcuni casi concreti.
Nella parte conclusiva del volume, sono poi proposte attività (esercitazioni finalizzate a produrre elaborati propri, e letture guidate degli esemplari testi fotografici di alcuni maestri, quali Man Ray e Henri Cartier-Bresson, che rendono il libro familiare ed al tempo stesso appetibile a un target giovanile.

Pieroni, che definisce l’ambito del linguaggio fotografico preoccupandosi d’includervi “testi” di differente aspetto e natura, purché prodotti dalla registrazione su supporto materiale di un flusso luminoso (dal dagherrotipo all’immagine digitale), s’inoltra nella sua dissertazione attraverso tre fondamentali aree analitiche, nell’ordine: contesti, forme, contenuti.
Lo scopo dichiarato è di “organizzare lo sguardo del lettore” per permettergli di “dare un senso” all’immagine fotografica, piuttosto che godere inconsapevolmente e supinamente dei messaggi da questa veicolati.
Così, da esperto docente, l’autore propone un approccio a tutto tondo, che offre a chi legge le basi indispensabili per orientarsi all’interno di un discorso sintetizzante varie forme d’indagine critica.
Scritto in un linguaggio vivace e a volte fin troppo colloquiale, questo libro appare di facile consultazione, ricco di spunti per un percorso conoscitivo che rimane opportunamente aperto e alieno dai vari nozionismi. E’ un avvincente compendio per quanti si avvicinino poco smaliziati alla fotografia.

[Già pubblicato su Cultframe]