
Racconta di un’emigrazione, quella dei piemontesi in Argentina, il volume fotografico dal titolo “El Paraíso: entrada provisoria” recentemente uscito per le Monografie FIAF; in 46 immagini, che ci conducono con l’intensità del loro bianco e nero in un mondo inatteso dove il tempo pare aver seguito leggi tutte sue, dettate dalla Memoria.
Scattate da Paola Agosti lungo le strade della “Pampa Gringa” (un vasto territorio compreso fra le città di Cordoba, Rosario e Santa Fe) nel corso di diversi viaggi fra il 1987 e il 1991, sono parte di un più complesso corpus, che in parte era stato pubblicato, già nell’88, nel libro “Dal Piemonte al Rio de la Plata: Immagini di emigrazione”.
In questa monografia l’autrice ha scelto di accompagnare ogni immagine con un breve testo: citazioni letterarie ma anche estratti da tanghi e canzoni popolari, che contribuiscono a trasportare chi sfoglia questo libro in una dimensione nostalgica. Non solo, e non tanto, rievocazione di un viaggio esperienziale compiuto in un’Argentina di vent’anni or sono; quanto, piuttosto, rappresentazione di un passato – ormai antico e insieme senza tempo – che la la fotografa ha colto sui volti delle persone ritratte, nei luoghi e nelle consuetudini di costoro, come memoria viva di un’identità regionale (e nazionale) mai perduta, tramandata anzi attraverso generazioni d’Italiani nati oltre oceano, per i quali “l’Argentina … non è una terra straniera, è un destino, che ha vinto l’assenza di una connessione geografica” (frase di Ludovico Incisa di Camerana, questa, che introduce la monografia).
Sono immagini forti e delicate a un tempo, tipiche in questo dell’opera di Paola Agosti; immagini che fanno riflettere sul senso di tale emigrazione, ma anche delle emigrazioni odierne, coinvolgendo lo spettatore, grazie a un linguaggio immediato che arriva dritto al cuore, col porgergli una realtà priva di retoriche visuali e ricca, invece, di umanità. Immagini ben diverse da quelle con le quali attualmente viene proposto il tema dell’emigrazione in Italia – in televisione o sui giornali – mostrando nient’altro che stereotipi senza nome e quasi senza volto, anziché esseri umani colmi di sogni e speranze; uomini, che vorrebbero soltanto trovare oggi, in Italia, quella stessa “entrata provvisoria al Paradiso” un tempo miraggio dei nostri connazionali partiti per le Americhe.