
“Bad Girls : good girls go to heaven, bad girls go everywhere” è il provocatorio, ironico, titolo di una mostra che si inaugura domani, 23 febbraio, a Genova alle 18.00 presso una duplice sede, quella della UnimediaModern Contemporary Art (Palazzo Squarciafico) e quella della Vision QuesT, gallerie entrambe ubicate nella centrale Piazza Invrea, le quali con questa esposizione confermano il loro recente impegno di sinergia.
Dalla collaborazione fra le due galleriste, Caterina Gualco (già dagli anni Settanta attiva e particolarmente attenta alle istanze dell’arte concettuale, di Fluxus e della Body Art) e Clelia Belgrado (interessata soprattutto al linguaggio fotografico) nasce questa collettiva che fornisce un panorama ampio e variegato dell’arte al femminile dagli anni Quaranta ad oggi, attraverso le opere di ben 43 artiste.
Fra di esse nomi oramai entrati nella storia quali Meret Oppenheim, Carol Rama, Niki De Saint-Phalle; le quali hanno fatto epoca, e hanno davvero costituito con la loro originalità e coerenza al discorso artistico coevo “l’altra metà dell’avanguardia”: la metà in ombra rispetto a quella ufficiale, dove le donne erano per lo più vissute come muse ispiratrici e oggetto del fare artistico da sempre appannaggio maschile.
E ancora nomi celebri – Gina Pane, Charlotte Moormann, Carolee Schneemann, Marina Abramovic, Manon – che rimandano ad un periodo storico in cui la presenza femminile nell’arte diviene più massiccia, ma pure consapevole delle tematiche di genere, che vogliono la donna più incline ad una conoscenza del mondo attraverso le forme dell’intelligenza emotiva; autrici che sovente pongono il proprio stesso corpo all’interno di una narrazione e d’una “messa in scena” che fa della sperimentazione sensoriale la sua prerogativa.
L’elenco delle artiste, naturalmente lunghissimo, e consultabile sui siti delle due gallerie, dove si possono ammirare anche le immagini dei lavori proposti in mostra. Ne citiamo qui ancora qualcuna, fra notissime e meno note ma altrettanto brave; artiste concettuali, performer o fotografe, spesso attive in vari territori artistici i cui confini, all’interno del loro lavoro, tendono a svanire: Orlan, Vanessa Beecroft, Shirin Neshat, Bettina Rheims, Nan Goldin, Mary Ellen Mark, Mirta Kokalj, Silvia Camporesi, Alessandra Vinotto, Stefania Beretta.
Colpisce l’ampia declinazione di esperienze, che fanno capo all’indagine sulla corporeità, intesa ora come chiave di lettura di un mondo interiore immaginario o sentimentale, ora come analisi e restituzione di stereotipi sociali. Ma colpisce anche il coinvolgimento emotivo, che sembra inverare l’assunto espresso da Viana Conti nel testo critico che accompagna il catalogo della mostra: “L’opera d’arte di un uomo è una visione del mondo, l’opera d’arte di una donna è quel mondo”.
La mostra proseguirà fino al 30 marzo.
Si segnalano anche due eventi: venerdì 19 marzo dalle 18:30 alle 20:00 si terrà presso UnimediaModern Contemporary Art un incontro di proiezioni video con immagini delle opere delle artiste. Un secondo incontro avverrà martedì 30 marzo 2010 dalle 18:30 alle 20:00 presso VisionQuesT gallery.

altri riferimenti:
[una mostra di Alessandra Vinotto]
[una mostra di Stefania Beretta]
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Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Connie Bellantonio, Stefania Beretta, Daniela Carati, Silvia Camporesi, Sandra Chiesa, Alessia De Montis, Niki De Saint-Phalle, Tracy Emin, Ivana Falconi, Limbania Fieschi, Francesca Galliani, Nan Goldin, Zoé Gruni, Dorothy Hong, Carla Iacono, Mirta Kokalj, Noris Lazzarini, Silvia Levenson, Manon, Federica Marangoni, Mary Ellen Mark, Malena Mazza, Paola Mongelli, Charlotte Moormann, Shirin Neshat, Anna Oberto, Yoko Ono, Meret Oppenheim, Orlan, Gina Pane, Alessandra Pedonesi, Carol Rama,
Elettra Ranno, Bettina Rheims, Gretta Sarfaty, Carolee Schneemann Sandy Skoglund, Berty Skuber, Kiki Smith, Alessandra Vinotto, Laura Zicari