Ancora per pochi giorni a Villa Medici – Accademia di Francia di Roma, sono in mostra le opere di Claudio Abate, fotografo che dagli anni Sessanta ad oggi è stato testimone ed interprete dell’Arte Contemporanea.
Circa sessanta fotografie riportano il percorso davvero unico di questo autore, che ci accompagna attraverso le più celebri performance ed opere dell’arte contemporanea: dalla Body Art alla Land Art, all’Arte Povera, e oltre il Concettualismo fino alla Nuova Scuola Romana (il suo studio a San Lorenzo, nello storico stabile dell’ex pastificio Cerere, è accanto a quelli di Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella e Tirelli).
Per chi ha imparato a conoscere e ad amare le neoavanguardie, vedere queste fotografie è un’occasione emozionante, quanto lo può essere sfogliare un album nel quale si ritrovano vivide le sensazioni di grandi momenti che hanno fatto la storia dell’arte degli ultimi quarant’anni.
In esse l’obiettivo del fotografo ripropone vere e proprie icone dell’arte contemporanea, svela la costruzione di opere note, racconta un recente passato – una stagione dell’arte pregna di un attivismo creativo, nel quale si sarebbe voluta coinvolta l’intera società – e l’effettiva evoluzione di quei discorsi artistico-utopistici.
Abate non è mai stato puro spettatore, né la sua macchina può dirsi un freddo strumento di registrazione degli eventi: al contrario, le situazioni e le espressioni colte implicano una familiarità e un grado di condivisione – una consapevolezza profonda – che hanno reso la sua opera simile a un esercizio di “critica ermeneutica”.
Il suo talento, quindi, – oltre che quello di una tecnica sicuramente sapiente – è stato negli anni, da una parte, il catturare una certa atmosfera di fervore e d’impegno illustrando fedelmente il lavoro degli artisti – in veri e propri reportage di alta qualità -, dall’altra l’offrire un nuovo “oggetto artistico” nato per derivazione.
In occasione della mostra è in vendita il catalogo edito da Photology a cura di Achille Bonito Oliva con le opere esposte.