
Giunto alla sua ventiseiesima edizione il “Premio Ernest Hemingway Lignano Sabbiadoro”, premio giornalistico/letterario assegnato nel mese di giugno, vede nuovamente – come negli ultimi sette anni – fra gli eventi ad esso legati una mostra fotografica. Chi questa estate si trovasse in vacanza in Friuli – magari proprio a Lignano Sabbiadoro – potrà, dunque, godere di tale particolare esposizione all’aria aperta, visitabile per tutta l’estate (fino al 30 settembre) al Parco Hemingway.
L’idea è stata quella di unire la vocazione di un luogo alla passione per il mare di un grande della letteratura del Novecento – Ernest Hemingway appunto, che quella cittadina ha apprezzato al punto da definirla la “Florida d’Italia” – traducendo questo duplice rapporto viscerale con l’elemento marino in una mostra che presenta in 20 pannelli immagini di grandi fotografi italiani, inframmezzate a foto personali dello scrittore.
Grazie ad una collaborazione con il CRAF, Centro di ricerca e archiviazione della fotografia del Friuli Venezia Giulia, e con l’agenzia Contrasto, si possono ammirare gli scatti di dodici tra i maggiori fotografi della scena regionale, nazionale e internazionale a cavallo tra il secolo scorso e il decennio appena concluso: Gianni Berengo Gardin, Clemente Bernad, Carlo Bevilacqua, Tommaso Bonaventura, Roberto Caccuri, Elio Ciol, Alessandro Cosmelli, Massimo Crivellari, Franco Fontana, Jose Goitia, Giorgio Lotti, Fulvio Roiter, oltre a due preziose e inedite immagini tratte dagli archivi parigini della Keyston Press Agency: “Sulla rotta di Hemingway, dunque, per scoprire che la sua storia d’amore con le acque esterne non inizia che alla soglia dei trent’anni: le gite al mare di Spagna (sull’Atlantico), Italia (il mar Ligure) e Africa (la sponda kenyana dell’oceano Indiano) con mogli, una per volta, e amici al seguito. Un flirt che si trasforma in passione folgorante e definitiva ai Caraibi, nel triangolo disegnato dall’isola americana di Key West, L’Avana e l’arcipelago minuscolo delle Bimini (Bahamas), là dove scorre, «grande e profondo», il «fiume azzurro»; quella corrente del Golfo su cui Hemingway progetterà, a partire dal 1933, prima un libro sui suoi misteri secolari e poi una più ambiziosa trilogia sul mare che si tradurranno in un romanzo pubblicato in vita (Avere e non avere, 1937) e uno postumo (Isole nella corrente, 1970); e, ultimo ma non ultimo, nel capolavoro – Il vecchio e il mare ( 1952) – che lo portò un meritato Pulitzer (1953), seguito dal Nobel (1954)”.
Un piccolo ma interessante catalogo, attraverso i suoi testi curati come la mostra da Davide Lorigliola, ci illustra poi puntualmente il senso del racconto che si dipana in questa mostra, nella quale immagine e parola s’intrecciano strettamente per condurci lontano, in “altri mari”: luoghi fisici ed insieme mentali.